Il tempo si ferma.
Ciò che voleva e poteva essere, resta sospeso tra un passato industriale fiero e glorioso ed un presente fatiscente ed in rovina. Luoghi di fallimento in una terra stuprata dall’uomo. Terra che non è terra, mare che non è mare. Scompare il confine tra mare ed acciaio corroso dalla ruggine e carezzato dalla spuma di un’onda.
Lungo il litorale resistono i fantasmi di dimore spogliate dal vento e dall’erosione di un inesorabile abbandono. Ambizioni di aggregazione turistica e sociale si estinguono per mano dell’uomo stesso. Eppure, il paesaggio rafforza il suo equilibro in un’assurda contraddizione.
Spiagge di relitti arsi al sole e consumati dal sale dipingono un nuovo scenario surreale. Sul letto del fiume si adagiano i veleni raccolti e scagliati alla foce. Il visibile si amalgama con l’invisibile.
Le antiche rovine di condomìni abbandonati ancora reclamano una loro ragione di esistere. Il vivido riflesso di un tempo andato resiste ancora, senza vergogna alcuna.
Ogni cosa spettralmente tace, mentre l’occhio del visitatore si abbandona all’orizzonte, affidando al mare ed alla terra ogni speranza di rinascita. La bellezza volge caparbia il suo sguardo all’orizzonte. Un ultimo severo monito: rinascere è un dovere.
Flavio Piccolo 35mm
ConfiniA Bagnoli c’è «una situazione ambientale molto compromessa, prevalentemente nel settore antistante l’impianto industriale ora dismesso con concentrazione elevate di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e metalli come arsenico e berillio ed elementi in tracce come piombo, zinco, cadmio, rame e mercurio presenti anche a livelli profondi». Lo scrive il perito del Tribunale Claudio Galli nella relazione sulla bonifica dell’ex Italsider.
ConfiniE’ un non luogo Bagnara di Pescopagano, una lunga, chilometrica striscia di sabbia del “riminese” litorale domizio ricadente al confine tra Castel Volturno e Mondragone. Siamo a Caserta, Campania, Italia, Europa 2013. Sono non luoghi, abitati da non cittadini. Da queste parti, infatti, i diritti oltre a non esserci sono sistematicamente calpestati, umiliati, traditi.
Percorri in lungo e in largo vialoni deserti, senza un’indicazione stradale, ti orienti a intuito tra cavalcavia, assi viari e sovrappassi di dubbia utilità. Qui davvero manca tutto: illuminazione, servizi fognari, presidi sanitari e delle forze dell’ordine, farmacie, ufficio postale, scuole di prima infanzia, negozi. Intorno il paesaggio appare disadorno e cadente. In bella evidenza c’è una vecchia tabella su cui vi è scritto a caratteri cubitali “Condono edilizio”. E’ stato il vero business per oltre trent’anni. Cemento, cemento, e ancora cemento.
ConfiniLa Riserva dei Variconi si trova sulla riva sinistra della Foce del Fiume Volturno, a poca distanza dal centro storico del Comune di Castelvolturno, è un’area palustre di elevata importanza perché è posizionata al centro del Mediterraneo.Il percorso fu costruito nel 2004, ma poi la zona fu abbandonata sia alle intemperie che agli atti vandalici. Oggi, con l’intervento di recupero e sensibilizzazione della Ass.ne Le Sentinelle onlus, che è riuscita a coinvolgere Enti, ed Associazioni del territorio, i capanni sono stati del tutto ristrutturati e i percorsi sono nuovamente accessibili per le visite scolastiche e per tutti gli appassionati del birdwatching.
ConfiniIl litorale Domizio fu utilizzato come "sversatoio umano". Un modo per risolvere i problemi, alla maniera degli inglesi che si liberavano dei galeotti esiliandoli in Australia, così si volle liberare la grande città di Napoli di tutta quell'umanità dolente che viveva in condizioni di precarietà. In questo modo nuovi "semi" criminali furono innestati sul tronco della criminalità organizzata dell'agro Aversano che storicamente era stata un problema per la regione Campania.
Gli eventi sismici furono il laboratorio dove si incuberà quella nuova imprenditoria criminale organizzata e in collusione da allora sempre più organica con la politica che Roberto Saviano ha saputo descrivere nel suo romanzo Gomorra. Per comprendere meglio le dimensioni di questo esodo di massa basta leggere le curve demografiche dei residenti del comune di Castel Volturno che nel 1981 erano circa 7000 e che nel censimento successivo, nel 1991, sono poco più che raddoppiati a 15000 abitanti.
ConfiniDa Castel Volturno a Lago Patria c’ è un inquinamento senza precedenti. Nelle acque dei cosiddetti “laghetti della camorra” e nei terreni circostanti, un’ area compresa tra il lago Patriae il fiume Volturno, è stata trovata una concentrazione altissima di berillio, vanadio, arsenico, piombo, stagno, cadmio, manganese, benzopirene e altri materiali altamente inquinanti e nocivi per la salute dell’ uomo. A certificarlo sono i risultati di un’ indagine del commissariato di governo per la bonifica e tutela delle acque della Campania.
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